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Cina, Xi Jinping: basta competizione basata sul ribasso dei prezzi

AttualitàCina, Xi Jinping: basta competizione basata sul ribasso dei prezzi

Roma, 2 lug. (askanews) – E’ passato il tempo in cui la Cina era la principale accusata di fare concorrenza sleale, usando la leva dei costi di produzione bassi per realizzare merci a basso costo e farli competere sui mercati globali. Parlando in un meeting economico di alto livello, il presidente Xi Jinping ha stigmatizzato la “concorrenza disordinata al ribasso dei prezzi” delle imprese e ha chiesto che venga dato un argine regolatorio. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

La definizione usata da Xi è nuova, per indicare un fenomeno che la leadership cinese aveva in realtà già in qualche modo individuato come un problema, solo che era stato caratterizzato con una formula tutto sommato meno secca, cioè “competizione involutiva”. Si tratta di un cambio lessicale che suggerisce un salto di qualità da parte del governo dell’economia cinese, che ha puntato molto sulla rincorsa tecnologica agli Stati uniti.

La Cina deve “regolamentare legalmente la concorrenza disordinata al ribasso dei prezzi delle imprese, guidare le aziende a migliorare la qualità dei prodotti e promuovere l’uscita ordinata della capacità produttiva obsoleta”, ha esortato Xi durante una riunione della Commissione centrale per gli affari economici e finanziari, l’organo del Partito comunista cinese che sovrintende alle questioni economiche.

Rispetto alla “competizione involutiva” – una nozione più ampia e poteva coinvolgere tecnologia, talenti e altri fattori – la “concorrenza disordinata al ribasso dei prezzi” si concentra maggiormente sulle guerre di prezzo e sui comportamenti di mercato, in particolare sulle imprese che comprimono i prezzi per conquistare quote di mercato, ha spiegato Hou Xuchao, partner fondatore di China Insights Consultancy, a SCMP.

La formulazione usata da Xi richiama alla mente l’attacco al settore internet cinese nel 2020 e 2021, quando puntò il dito contro un’espansione “disordinata” del capitalismo tech. Allora, la conseguenza fu un feroce attacco regolatorio contro i principali gruppi tech cinesi, a partire da Alibaba e il suo fondatore Jack Ma, solo recentemente tornato apparentemente nelle grazie della leadership cinese.

In un contesto di guerra commerciale con gli Stati uniti, all’interno della Cina è in corso un’altra guerra, tutta al ribasso, sui prezzi, con ribassi che mettono a rischio la capacità d’investimento di molti gruppi. Goldman Sachs ha dichiarato in una nota di ricerca pubblicata lunedì che i suoi clienti onshore a Pechino e Shanghai, dai fondi comuni e fondi di private equity ai gestori di patrimoni di banche e compagnie assicurative, sono preoccupati per l’impatto della guerra dei prezzi nel settore automobilistico.

Sono inoltre preoccupati per l’aumento della competizione tra i giganti dell’e-commerce Meituan e JD.com, poiché quest’ultima, nota per la sua strategia di prezzi bassi, sta avanzando nel mercato delle consegne di cibo. Lo stesso fenomeno si sta verificando nel mercato dell’istruzione e della formazione.

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