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Con “La Bestia” la paura dell’IA irrompe alla Mostra di Venezia

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Presentato in concorso il film di Bonello con Léa Seydoux

Roma, 4 set. (askanews) – I pericoli e la paura dell’Intelligenza Artificiale irrompono a Venezia con “La Bestia” di Bertrand Bonello, presentato in concorso alla Mostra del Cinema. Il film interpretato da Léa Seydoux, uno dei più apprezzati di questo festival, mostra un futuro prossimo in cui le emozioni sono considerate nocive e per ottenere un lavoro bisogna cancellarle. Per liberarsene la protagonista deve purificare il suo DNA: si immerge quindi in vite precedenti, dove rincontra Louis, suo grande amore, interpretato da George MacKay. Vediamo la donna in tre epoche diverse, 1910, 2014, 2044, accomunate dal suo presagio di una catastrofe imminente.Il regista francese ha spiegato: “Il film parla molto di sentimenti e relazioni, che in alcuni periodi del passato hanno avuto molta importanza, poi oggi tutto avviene attraverso degli schermi, e ho immaginato un futuro in cui non ci sono problemi ma non ci sono più neanche i sentimenti. Non ho tesi ma pongo agli spettatori una domanda: cosa è meglio?”.E a proposito dei pericoli dell’Intelligenza Artificiale Bonello ha affermato: “Sappiamo che potrebbe essere utilissima per campi come la medicina, ma l’IA porta con sé talmente tante domande legate alla morale, all’etica. Io, per curiosità, ho provato a chiedere al GPT di scrivermi una sceneggiatura ‘alla Bertrand Bonello’: l’ha fatto in 5 secondi, ma era un mix dei miei vecchi film. Non era una cosa nuova ma l’ha fatto in maniera velocissima. Ovviamente è inquietante: una macchina è uno strumento, se diventa più forte di te, beh, diventa molto inquietante”.

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