Il film presentato in concorso a Venezia, dal 14 dicembre in sala
Venezia, 1 set. (askanews) – Una ragazza che sogna il cinema, negli anni Cinquanta, a Cinecittà, e ne scopre luci ed ombre, è la protagonista di “Finalmente l’alba”, il film di Saverio Costanzo presentato in concorso alla Mostra di Venezia e nei cinema dal 14 dicembre. Il regista era partito dal caso di Wilma Montesi, 21enne comparsa nel cinema, trovata morta su una spiaggia nel 1953. Fu il primo assassinio mediatico in Italia, che coinvolse personalità della politica e dello spettacolo. Però nel film di Costanzo la giovane attrice, Mimosa, interpretata da Rebecca Antonaci, è ingenua ma non si perde.”Inizialmente la mia idea era di ridare una dignità a questa persona, raccontare la notte prima di quello che conosciamo. Però poi, lavorando, mi sono ribellato. Cambiando l’epilogo della storia di Mimosa, io credo che quello è il modo per dare almeno la dignità della memoria a Wilma Montesi”.Gli anni in cui è ambientato il film sono quelli dei primi successi di Fellini, ma più che a lui Costanzo ha pensato a Giulietta Masina. “Il personaggio di Mimosa è ispirato a Giulietta Masina attrice e a Giulietta Masina donna, quello che trasmette, quello che comunica. Quel tipo di femminilità, che Fellini aveva reso grandissima. Perciò certamente esiste Fellini però prima di Fellini c’è la Masina in questo film”.