“Sono grato per il supporto della mia città, è stato esagerato”
Napoli, 12 feb. (askanews) – “Io sono andato a Sanremo con l’obiettivo di portare lì il dialetto, anzi… la lingua napoletana e ci sono riuscito. Il risultato conta poco”.Così il rapper napoletano Geolier, all’anagrafe Emanuele Palumbo, un “ragazzo del 2000” come lui stesso si è definito, 24 anni da compiere a marzo, sorvolando sui fischi e le polemiche di quella parte del pubblico sanremese che non ha gradito la sua affermazione, ha ringraziato i suoi concittadini e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi che, in una cerimonia al Maschio Angioino, ha voluto donargli un piccolo riconoscimento per il secondo posto conquistato al 74esimo Festival di Sanremo, grazie alla canzone “I p’te, tu p’me”.”Un riconoscimento per il successo che ha avuto Geolier – ha detto Manfredi – un momento anche di impegno da parte sua perché nelle sue canzoni e nella sua arte porti un messaggio sempre positivo nei confronti dei tanti giovani che si riconoscono in lui. È molto importante che noi parliamo a tutti questi ragazzi che usano un linguaggio diverso dal nostro, con cui dobbiamo comunicare. La musica, il rap rappresentano un grande strumento di comunicazione”.Al suo rientro a Napoli, Geolier è stato letteralmente sommerso dall’affetto di migliaia di fan che lo hanno accolto con fuochi d’artificio, striscioni, bandiere, cori da stadio e immancabili selfie. Per loro – hanno detto – è stato come vincere un secondo scudetto. Un sostegno che Geolier ha ricambiato con parole di grande riconoscenza.”Sono stato grato del supporto della mia città che non era scontato. È stato esagerato! Le persone si sono sentite veramente in diritto di supportarmi. E alla fine è vero: quando un prodotto esce da Napoli, la città ne è proprietaria. Quindi io sono proprietà di Napoli… per sempre. Grazie”!