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Fondazione Lottomatica: un rapporto per affrontare crisi nascite

AttualitàFondazione Lottomatica: un rapporto per affrontare crisi nascite

Quattro parole chiave: famiglia, asili, servizi e tempo
Milano, 18 mag. (askanews) – Affrontare il tema della natalità in Italia attraverso alcuni aspetti chiave che vanno dagli asili nido all’attenzione alla famiglia, dal miglioramento dei servizi a una diversa gestione del tempo. È quanto si è proposto di fare il primo Rapporto della Fondazione Lottomatica su emergenza demografica, denatalità e conciliazione vita-lavoro in Italia. Il documento è stato curato da tre esponenti del mondo accademico italiano: Maurizio Ferrera, Franca Maino e Celestina Valeria De Tommaso.
“Grazie ai progressi della medicina e della prevenzione, nonché a condizioni di vita più sane e sicure, tutti i Paesi OCSE sono oggi caratterizzati da maggiore longevità. È un fenomeno certamente positivo che, se ben governato, genera un incremento delle opportunità individuali e collettive. L’aumento della popolazione anziana è però anche un fenomeno “relativo”, in quanto si accompagna a una diminuzione di quella più giovane, dovuto al calo prolungato e costante della natalità nel corso del tempo. Questa seconda tendenza ha dato il via a una vera e propria “transizione demografica”: le nascite non controbilanciano i decessi, la popolazione totale si contrae”. Si parte da questa considerazione per analizzare “L’era glaciale della natalità italiana”, che, nei fatti, rende estremamente difficoltosa la transizione demografica nel nostro Paese. Il Rapporto della Fondazione Lottomatica analizza quindi diversi aspetti della questione: il modello di welfare sbilanciato, atrofia delle politiche familiari, la sfida della conciliazione, la (im)parità di genere.
E alla ormai proverbiale domanda sul “Che fare?”, la strada che il documento propone è quella dell’agenda Fast. “Per attivare il circolo – scrivono ancora gli autori – occorre chiudere, definitivamente, le bocche carsiche e trasformare l’agenda donne/minori/ natalità in un fiume in piena. Per questa strategia ripropongo oggi un nome, a suo tempo già suggerito: FAST, l’agenda Fast per le donne italiane. In inglese, il termine vuol dire ‘veloce’. Siccome non possiamo più sprecare tempo, i contenuti dell’agenda devono assumere carattere di urgenza, imporsi all’attenzione di governo, parlamento, parti sociali e tradursi rapidamente in misure concrete. FAST può essere letto anche come un acronimo. Le sue quattro lettere rimandano ad altrettante direttrici di marcia, a obiettivi da raggiungere. F come famiglia: trasferimenti e agevolazioni fiscali capaci di ridurre il costo dei figli senza disincentivare il lavoro delle madri. A come asili, soprattutto nidi. S come servizi, di modo che donne (e uomini) non debbano sacrificare la procreazione per i troppi carichi di cura. T come tempi: orari flessibili, lavoro agile, riorganizzazione dei ‘tempi della città’ e così via. Lo scopo di questo Rapporto preparato per la Fondazione Lottomatica è proprio quello di presentare in modo sistematico dati, informazioni e diagnosi in merito agli ostacoli che condizionano e frenano oggi le scelte riproduttive delle coppie italiane”.
Dopo una dettagliata analisi delle varie questioni, nelle conclusioni in rapporto trona proprio sulle quattro parole chiave che compongono l’acronimo FAST, intorno alle quali gli autori propongo o di costruire muovi paradigmi che rendano possibile una reale svolta demografica nel nostro Paese. Ma ci sono ancora molti freni, che impediscono un’azione realmente efficace.
“La lentezza delle riforme e l’ancora bassa consapevolezza delle sfide – ha scritto Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera – suggerisce oggi di integrare l’agenda Fast con un ulteriore ingrediente, che riguarda la governance. L’Olanda ha istituito nel 2022 un Comitato permanente sul mutamento demografico, che è stato indicato come benchmark dalla Ue. La Fondazione per la Natalità ha proposto la creazione di una Agenzia, sulla falsariga di quella giapponese. L’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle tendenze demografiche nazionali e sui loro effetti economici e sociali (già all’esame del Senato) potrebbe essere il primo passo in questa direzione. L’importante è fare presto”.

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