BOLOGNA – Due terribili tragedie, dai contorni molto simili, in meno di un mese. Nell’arco di tre settimane sono due i bimbi piccoli che sono stati aggrediti e uccisi da pitbull in Italia. Due episodi tragicamente analoghi, avvenuti uno al Sud, in provincia di Salerno, e uno al Nord, in provincia di Vercelli. Nel mezzo, ai primi di maggio, un bambino di 10 anni è stato aggredito da un pitbull a MIlano, mentre cinque giorni fa una nuova aggressione è avvenuta a Sesto San Giovanni (nel milanese), dove è stata azzannata una bimba di due anni e mezzo. Per fortuna non si è trattato in questo caso di ferite mortali. Pochi giorni prima della morte di Francesco Pio a Eboli, una donna di 83 anni a Padova era stata assalita dai suoi sette cani (amstaff e american bully) e hanno dovuto amputarle entrambe le braccia. Cosa sta succedendo? Perchè da più parti si chiede la creazione di un ‘patentino’ per determiante razze di cani tra cui i pitbull?
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FRANCESCO PIO, 13 MESI
Il 22 aprile a Campolongo, non distante da Eboli in provincia di Salerno, è stato ucciso Francesco Pio: era in braccio allo zio, che insieme alla mamma del bambino stava uscendo di casa. Nel passare dal giardino è avvenuta la tragedia: i due pitbull (che erano di un’amica della famiglia) hanno preso di mira il piccolo Francesco Pio, che aveva 13 mesi. Lo hanno fatto cadere e lo hanno sbranato. Feriti anche la mamma e lo zio che hanno cercato di itnervenire per sottrarre il cane alle grinfie dei cani. I familiari del piccolo sono stati indagati, insieme ai proprietari dei due pitbull, che sono stati poi dissequestrati (e non saranno abbattuti) dopo aver passato il periodo di isolamento e osservazione previsto dalla legge per valutare la pericoloità di un cane protagonista di una aggressione.
MICHELE, 5 MESI
A neanche un mese di distanza, ieri 17 maggio, a Vercelli il piccolo Michele di 5 mesi è morto dopo essere stato azzannato dal pitbull dei suoi genitori, una cane nero di sette anni di nome Nerone. Il bambino, stando alle testimonianze raccolte, era in braccio alla nonna al momento dell’aggressione, avvenuta in cortile. Il bambino, forse, stava piangendo. Il cane, all’improvviso, si sarebbe avventato sulla nonna facendola cadere e poi avrebbe morso nella parte posteriore della testa il piccolo di cinque mesi, uccidendolo. Sentendo le terribili grida della nonna sono intervenuti i vicini, che hanno colpito il cane con mattoni e scopa e lo hanno fatto allontanare. Ma il piccolo non è salvato.
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I CANI ‘PERICOLOSI’
Questi due episodi di cronaca (che si aggiungono ad altri episodi riguardanti adulti e bambini, si cui spesso arriva notizia anche se non di questa portata) hanno suscitato orrore e apprensione. E soprattutto hanno riacceso il dibattito sul tema del ‘patentino’ per alcune razze di cani ritenute più complicate da gestire di altri e più potenzialmente a rischio: il pitbull, il rotweiler, il dogo argentino. Ma anche il bulldog americano, il dobermann, il cane da pastore del Caucaso, il cane da pastore maremmano abruzzese, il cane corso e il cane lupo cecoslovacco.
IL TENTATIVO DI LISTA 20 ANNI FA
A tornare alla carica per chiedere l’istituzione di un patentino ci sono ad esempio il Codacons, e anche l’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione degli animali , convinta che non tutti i padroni siano in grado digestire questi cani. In Italia, una lista di razze potenzialmente pericolose venne istituita con un’ordinanza vent’anni fa, nel 2004, dall’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia per ragioni di tutela dell’incolumità pubblica. La lista, però, successivamente venne abolita tra le polemiche perchè ritenuta discriminatoria. Le razze indicate erano 17. A questo proposito, il Codacons ultimamente ha ricordato: “L’aver eliminato la lista delle 17 razze di cani a rischio introdotta dall’ex ministro Sirchia ha di fatto cancellato qualsiasi obbligo per i loro proprietari, con conseguenze negative sul fronte della sicurezza. Una lista che, anche alla luce della tragedia di Eboli, andrebbe ripristinata, considerando che ogni anno si contano in Italia circa 70mila aggressioni a danno dell’uomo da parte di cani, e che non tutte le razze sono adatte a chiunque”.
IL ‘PATENTINO’ OBBLIGATORIO
Per il Codacons “è indubbio che esistano razze di cani potenzialmente pericolose per l’uomo, e che la loro diffusione sul territorio è in forte aumento anche a causa di mode e tendenze del momento”. Lo afferma il Codacons, che torna a chiedere a gran voce misure per garantire la sicurezza dei cittadini e limitare il fenomeno dei cani potenzialmente pericolosi. “Indipendentemente dall’educazione che si dà al proprio animale, è universalmente riconosciuto come alcune razze, ad esempio pitbull o rottweiler, per le loro caratteristiche peculiari fisiche (potenza, robustezza, dentatura) possano provocare ferite letali in caso di morsicatura. Proprio per questo, e senza ovviamente demonizzare gli animali, chiediamo da tempo un patentino obbligatorio per chi possiede cani particolarmente potenti e potenzialmente pericolosi. Il morso di un volpino, infatti, non causa certo le stesse ferite del morso di un pitbull”
LA SCELTA DEL COMUNE DI MILANO
Ci sono però Comuni dove è prevista la concessione di “patentini per la detenzione di alcune razze o simil-razze“. È il caso ad esempio di Milano.
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