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Gli abitanti di Gaza: tregua necessaria, così possiamo respirare

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“Riposo psicologico e fisico, per uomini, bambini, donne e anziani”

Roma, 24 nov. (askanews) – È entrata in vigore una tregua di quattro giorni tra Israele e Hamas per consentire il rilascio di ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza in cambio di prigionieri palestinesi.Una “pausa umanitaria”, negoziata sotto la guida di Qatar, Egitto e Stati Uniti, arrivata mentre la guerra entra nel suo 49esimo giorno.I palestinesi, dicono, possono rifiatare un momento, almeno per ora. “Vediamo la tregua come un modo per respirare dopo 45 o 48 giorni di sofferenza per noi, la gente di Gaza. Sono originario di Gaza City, sono stato trasferito a Rafah. Spero che la tregua entri in vigore in tutta la Striscia di Gaza, in modo da poter andare a vedere la mia casa demolita e ciò che ne rimane”. “Penso che questi giorni, che chiamano tregua, siano necessari per curare le ferite e organizzare la situazione umanitaria ed economica della popolazione. Gli sfollati nel Nord e a Gaza City stanno attraversando momenti molto difficili, e non riusciamo a trovare parole per questo nel dizionario umanitario”.”La tregua di quattro giorni è arrivata tardi perché abbiamo subito molte perdite, la situazione è difficile e tutti gli abitanti del nord sono a Rafah, senza cibo né acqua. Spero che questa sia una possibilità per la gente di vivere e muoversi e speriamo che sia un’apertura verso una tregua permanente”. “Questo è un periodo temporaneo per permettere alla gente di fare ciò che deve fare, per un po’ di calma e relax dal caos e dalla distruzione. È un riposo psicologico e fisico, per uomini, bambini, donne e anziani”.

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