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La pittura, la storia e l’immaginario: Yan Pei-Ming a Firenze

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A Palazzo Strozzi grande mostra sull’artista franco-cinese

Firenze, 7 lug. (askanews) – Il punto è la pittura e le immagini che va a raffigurare, partendo dalle storie private per arrivare a riproduzioni di grandi opere d’arte o di celebri immagini della stampa o ritratti di personaggi come Mao Zedong o addirittura Adolf Hitler. Palazzo Strozzi a Firenze ospita la più grande mostra mai dedicata in Italia all’artista franco-cinese Yan Pei-Ming, che con i propri dipinti di grande formato indaga le strutture del medium pittorico, certo, ma anche quelle dell’immaginario collettivo. A curare l’esposizione il direttore di Palazzo Strozzi, Arturo Galansino. “La mostra Yan Pei-Ming, pittore di storie – ha spiegato ad askanews – è una mostra che al contempo celebra la potenza della pittura come medium espressivo e riflette sul concetto di storia. In questa mostra infatti si delineano molti temi legati alla storia, la grande storia, quella che ha toccato tutti in tempi recenti o passati, la storia dell’arte e anche la storia però personale dell’artista, un’autobiografia all’interno della quale l’artista invita anche noi a rifletterci, a rispecchiarsi”.Goya, Velazquez, Leonardo da Vinci, ma anche Bruce Lee o i ritratti dei propri genitori: la gamma delle reazioni che i quadri di Yan possono suscitare nei visitatori è molteplice e passa dal riconoscimento allo stupore, dalla commozione fino probabilmente alla rabbia di fronte alla retorica delle dittature. E nella stessa personalità dell’artista si percepisce un desiderio di andare oltre gli steccati e le ideologie. “Yan Pei-Ming – ha aggiunto Galansino – non ama queste definizioni nazionalistiche, si definisce un artista tout-court e soprattutto vuole definirsi un pittore. Tiene molto a questo mestiere, il mestiere della pittura che pratica quotidianamente in modo inarrestabile”.La mostra è parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art sviluppato con la Fondazione Hillary Merkus Recordati, guidata da Andy Bianchedi. “Per noi della Fondazione – ci ha detto – è molto importante supportare l’arte che è cultura e quindi una comunicazione positiva anche soprattutto per i giovani che si devono avvicinare a questo mondo”.Realtà e rappresentazione, ma anche immaginazione; storia e vite reali, interpretate però dalla pittura come mediatore delle percezioni. Intorno a queste idee la mostra, aperta al pubblico fino al 3 settembre, cresce e si sviluppa, con l’intento di stabilire un rapporto diverso tra il passato e il presente, le persone e il dramma della storia. Che siamo invitati a considerare sempre contemporanea, come l’arte.

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