Ai produttori dobbiamo chiedere di non fare speculazione
Rimini, 21 ago. (askanews) – Per affrontare l’aumento dei costi e la “fiammata inflazionistica” occorre riducendo la pressione fiscale e aumentando gli stipendi. La sfida poi è quella di “far accedere le famiglie a un prodotto a filiera corta, magari di produzione locale, sicuramente di produzione di stagione, che può garantire quell’equilibrio di qualità, ma anche di prezzo, per cercare di contrastare questo fenomeno”. Lo ha detto il presidente di Italmercati, Massimo Pallottini, a margine del dibattito “I mercati e il cibo delle città del futuro” al Meeting di Rimini.”Dal nostro osservatorio vediamo che è un problema che viene da diverso tempo – ha spiegato Pallottini -. Questa fiammata inflazionistica ha peggiorato la situazione perché l’aumento dei costi dell’energia e l’aumento dei costi della benzina hanno eroso il potere d’acquisto delle famiglie italiane che si sono scaricate comprando meno e comprando peggio”. Quindi, secondo il presidente di Italmercati, “la sfida è quella di cercare di far in modo di far accedere le famiglie a un prodotto a filiera corta, magari di produzione locale, sicuramente di produzione di stagione, che può garantire quell’equilibrio di qualità, ma anche di prezzo, per cercare di contrastare questo fenomeno”.”Nel medio periodo – ha aggiunto – credo che la risposta non possa che essere dando alle famiglie delle opportunità di reddito in più, riducendo la pressione fiscale, aumentando gli stipendi. Le ricette possono essere diverse ma il risultato deve essere avere una maggiore disponibilità”. Invece “dal punto di vista di chi produce, possiamo chiedere di non fare la speculazione, però se ci sono aumenti di costi oggettivi è difficile non scaricare almeno in parte questi aumenti di costi sul prezzo dei prodotti. I mercati che io rappresento sono un grande calmiere da questo punto di vista, però è un calmiere che non può certamente annullare quello che succede fuori dalle nostre mura”.