Il sovrintendente Presicce: “Così arriva a tutti”
Roma, 7 feb. (askanews) – Il Foro di Traiano, il più grande e monumentale dei Fori Imperiali di Roma, ritrova un po’ del suo antico splendore grazie a una ricostruzione parziale di un colonnato della basilica Ulpia, detta anche Basilica di Traiano, con riferimento al foro. Il sovrintendente ai beni culturali di Roma Capitale, Claudio Parisi Presicce: “Da qualche anno noi stiamo lavorando per fare in modo che la percezione di quest’area dei fori imperiali, che è il cuore della Roma antica, arrivi a tutti e non solo agli specialisti”, ha spiegato.L’imponente colonnato è stato restaurato grazie alla donazione nel 2015 di 1,5 milioni di euro da parte dell’imprenditore e oligarca russo di origine uzbeka, Aliser Usmanov, ora sotto sanzione dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Un progetto avviato nel 2021 che invita i turisti ad alzare gli occhi al cielo, a più di 23 metri di altezza. E di fronte alle colonne restaurate si trova la colonna Traiana, che commemora la vittoria dell’imperatore romano Traiano (98-117 d.c) nella guerra di Dacia, attuale Romania. “Questo lavoro lo stiamo facendo seguendo dei principi, uno dei principi è ricucire il tessuto lacerato dalla presenza della strada costruita negli anni ’30”. Il secondo principio è di restituire la verticalità dei monumenti. Quindi abbiamo voluto, laddove erano conservati alcuni elementi del secondo ordine della basilica Ulpia, ricollocarli nella loro posizione”, ha aggiunto. “L’epoca di Traiano è il momento in cui nella storia dell’Impero si raggiunge la massima capacità tecnica. Conosciamo il nome dell’architetto, che è Apollodoro di Damasco, che ha evidentemente imparato nella sua fase iniziale della vita, in cui costruiva ponti, costruiva anche monumenti provvisori, ha imparato a sviluppare una tecnica costruttiva molto molto sofisticata che gli ha permesso di progettare un monumento come questo”. “Io penso che l’architettura romana abbia un significato particolare. È un diaframma che circonda uno spazio che ha una funzione. Più riusciamo a ricostruire in verticale il diaframma che circondava lo spazio, più facciamo capire la funzione che aveva quell’edificio. La verticalità ha questo scopo: far comprendere la funzione che aveva un determinato edificio nel mondo antico”, ha concluso.