Contributo decisivo per fronteggiare Pse, Aviaria e West Nile
Milano, 1 ago. (askanews) – La Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali Italiani gioca un ruolo fondamentale nella salvaguardia della salute pubblica. Un modello di eccellenza riconosciuto nel panorama mondiale proprio per la sua capacità di mettere in rete tra loro competenze e professionalità diverse in un network trasversale che, partendo dalla medicina veterinaria, arriva a individuare soluzioni innovative per la difesa della salute umana attraverso un approccio One Health lungo tutta la filiera.”La Rete degli Istituti Zooprofilattici rappresenta un unicum a livello globale, per due ragioni – spiega Nicola D’Alterio, Rete degli Istituti Zooprofilattici e direttore dell’IZS Abruzzo e Molise -. La prima: è una rete diffusa su tutto il territorio, con dieci sedi centrali e più di 90 sedi periferiche distribuite in quasi tutte le province italiane. La seconda ragione è che questa rete è alle dipendenze del Ministero della Salute. Questa è una visione molto importante per garantire la One Health e per garantire il flusso delle informazioni tra il mondo della medicina e il mondo della veterinaria che come abbiamo visto sono molto correlati”.Sono oltre 20 milioni le analisi di laboratorio effettuate ogni anno dagli oltre 4 mila professionisti (tra medici veterinari, chimici, biologi, ricercatori e personale tecnico-amministrativo) che lavorano nelle sedi centrali e periferice della Rete. La sfida è duplice: da un lato, assicurare il controllo sui cibi che quotidianamente arrivano sulle nostre tavole, e dall’altro garantire un monitoraggio costante e puntuale sotto il profilo della sorveglianza epidemiologica. Un contributo che è si è rivelato decisivo negli anni del Covid e che resta fondamentale per fronteggiare emergenze come la Peste Suina Africana, l’Influenza Aviaria e la West Nile.”Solo collaborando con una multidisciplinarietà, riusciremo a garantire la salute del cittadino. Il trinomio ambiente-cibo-salute è fondamentale. Non si può uscire fuori da questa dinamica – sottolinea Antonio Limone, Coordinatore della Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e Direttore dell’IZS del Mezzogiorno -. Lo stesso Parolin, segretario di Stato Vaticano, dice che l’uomo si deve fare carico degli animali che lo nutrono e dell’ambiente che lo contiene. Quindi c’è una visione nuova di approccio e oggi la One Health è l’unico strumento che abbiamo per garantire a questo pianeta di vivere più a lungo”.E’ stato lo stesso ministro della Salute, Orazio Schillaci, a riconoscere l’importanza dell’attività svolta dalla Rete: “Un’eccellenza tutta italiana – l’ha definita – che contribuisce in modo significativo alla salvaguardia della salute pubblica sia animale sia umana”.”Grazie all’organizzazione ministeriale, dal Ministero della Salute – evidenzia Giorgio Varisco, Rete Istituti Zooprofilattici – Direttore dell’IZS Lombardia ed Emilia Romagna – agli istituti è permesso oggi di organizzare le attività di ricerca attraverso la cosiddetta ‘piramide della ricerca’, quindi di poter contare su staff di ricercatori e addetti alla ricerca in maniera strutturata e quindi con dei programmi pluriennali a supporto del sistema sanitario nazionale”.