BOLOGNA- “Shenkar si è arruolato”. Così si leggeva il 12 ottobre sull’homepage dell’Istituto Shenkar, “una delle principali istituzioni accademiche israeliane e internazionali di moda e ingegneria”. Poi le immagini dei ragazzi della facoltà di Fashion design che “cuciono attrezzature militari per le truppe sul terreno” (ne ha parlato anche il New York Times), la foto del soldato dell’Idf che indossa il gilet tattico realizzato dall’Ateneo di Tel Aviv, le interviste agli ufficiali, le storie, degli studenti reclutati, i progetti del dipartimento di design industriale per attrezzature che vengono utilizzate sul campo (docce e bagni pieghevoli).
LA RICHIESTA: SEDUTA PUBBLICA DEL CONSIGLIO ACCADEMICO
Gli studenti e molti docenti dell’Accademia delle Belli arti di Bologna, legata all’istituto israeliano da un accordo di collaborazione, proprio con il dipartimento di Fashion design per percorsi Erasmus, non ne vogliono più sapere. E oggi chiedono la convocazione di un consiglio accademico straordinario pubblico in cui si discuta la mozione, presentata più volte, che prevede la sospensione delle relazioni con lo Shenkar. In questi mesi, gli studenti hanno raccolto una documentazione sul coinvolgimento attivo dell’Ateneo di Tel Aviv nel sostegno al conflitto, scandagliando siti e profili social ufficiali dell’istituto.
DUAL USE NELL’ISTITUTO ISRAELIANO
“A Shenkar tutto è dual-use. Ma non si può essere neutrali di fronte ad un genocidio”, spiega Agnese Mussari, studentessa che siede nel consiglio accademico. La mozione è già stata presentata e bocciata nell’organismo di via delle Belle Arti. L’Accademia “si nasconde dicendo di voler dare spazio anche alle Università palestinesi, di voler rimodulare gli accordi con lo Shenkar. Ma noi vogliamo dire basta, è inaccettabile che il nostro Ateneo collabori con il genocidio del popolo palestinese“, scandiscono i ragazzi.
DOCENTI CHE APPOGGIANO GLI STUDENTI: GIANLUCA COSTANTINI
Gli studenti, peraltro, hanno trovato l’appoggio di molti insegnati. Tra questi, il fumettista Gianluca Costantini, autore noto per le sue opere di graphic journalism e docente nel corso di fumetto (ha realizzato disegni anche per gli studenti pro-Palestina della Columbia University di New York). “Da alcuni mesi appoggiamo questo movimento degli studenti. Questo perché l’Accademia ha un rapporto da vari anni con un istituto di Tel Aviv che ha una certa posizione su questa guerra. E’ un rapporto intellettuale, però questa scuola di Tel Aviv non lascia spazio al dialogo, perché pubblica sui suoi profili una posizione estremamente bellicosa, incita gli studenti a fare i militari, disegna le divise. Non essendo possibile un dialogo tra gli insegnanti di queste due scuole, chiediamo che venga interrotto questo rapporto, che non è neanche un rapporto economico: è un progetto di scambio di docenti e studenti con il programma Erasmus, è una cosa che si può almeno sospendere”, spiega Costantini.
“ACCADEMIA SEMPRE PER I DIRITTI UMANI”
Al momento sono in corso degli scambi, con tre studenti israeliani a Bologna per studiare. “Non si possono avere rapporti con un’istituzione del genere. Io la penso così, molti insegnanti la pensano così, soprattutto tanti studenti la pensano così“, assicura il disegnatore, che questa mattina ha partecipato all’incontro con la stampa organizzato dai movimenti studenteschi per presentare la loro iniziativa. “Noi non abbiamo convenzioni economiche con grandi finanziatori, ma anche nelle cose piccole bisogna far vedere qual è la propria posizione. E la posizione dell’Accademia delle Belle arti è sempre stata a favore dei diritti umani”, rivendica Costantini.
“UNA CAUSA GIUSTA”
Quella portata avanti dagli studenti, è “una causa giusta, perché la nostra Università ha relazioni con un Ateneo che supporta l’esercito israeliano che commette crimini sulla popolazione palestinese. Stiamo assistendo alla distruzione delle Università in Palestina, un modo per togliere speranze al popolo palestinese. Andremo avanti e non ci fermiamo al primo risultato negativo, sono fiducioso che arriveremo a risultato completo“, aggiunge Andrea Lelli, che all’Accademia insegna web design. Nell’ultimo consiglio accademico in cui è provato ad affrontare il tema, sei insegnanti su sette hanno votato per mantenere la convezione.
NON SOLO PALESTINA
“Vogliamo ridiscutere la mozione per il boicottaggio accademico in modo che si rimuovano gli accordi dell’Accademia con la Shenkar. E’ il punto principale di un percorso con il governo israeliano, la filiera bellica, il riarmo. Molti di noi saranno a Roma a manifestare contro il governo italiano, sempre più presente nelle questioni universitarie con una stretta repressiva contro chi protesta contro la collaborazione con Israele“, chiarisce un’altra studentessa, Myriam Calcagnile.
“ACCADEMIA BELLE ARTI NON SIA COMPLICE”
“Non abbiamo dovuto fare un misterioso lavoro di inchiesta sulle attività dello Shenkar, è tutto alla luce del giorno, pubblicato quotidianamente sui loro canali. La documentazione completa verrà presentata al Consiglio accademico. Realizzare divise ed equipaggiamento tecnico-militare è sufficiente a chiarire il ruolo dell’istituzioni accademiche israeliane. L’Accademia non può essere complice“, conclude un altro studente, Alessio Carecci.
L’articolo “Supporta guerra a Gaza”, Accademia delle belli arti di Bologna in subbuglio: stop alla collaborazione con ateneo Tel Aviv proviene da Agenzia Dire.
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