ROMA – “Ciao a tutti, come state? State bene? Donna, vita, libertà”: Queste le prime parole pronunciate da Narges Mohammadi, vestito a fiori e testa scoperta, non appena viene trasportata fuori dall’ambulanza che, dal carcere di Evin, l’ha ricondotta a casa. A pubblicare il video sul suo profilo X, familiari e amici che gestiscono la campagna per la sua liberazione.
Narges Mohammadi returned home from Evin Prison with a three-week suspension of her sentence. In the video, she says, “Woman, Life, Freedom” and “Viva Freedom.” pic.twitter.com/tmA3wTgZCI
— Narges Mohammadi | نرگس محمدی (@nargesfnd) December 4, 2024
‘Donna vita libertà’, che Mohammadi declama sorridendo ed esultante, è uno slogan, nato in seno alla minoranza curda iraniana, che ha ripreso slancio in Iran nel settembre 2022, dopo la morte della studentessa Mahsa Jina Amini mentre era tenuta in stato di fermo in una stazione di polizia: gli agenti avevano arrestato la 21enne studentessa universitaria poiché avrebbe indossato il velo in modo scorretto. Da allora, una parte di popolazione chiede riforme democratiche e la fine delle restrizioni alle libertà fondamentali, in particolare per le donne. Mohammadi, un Nobel per la pace nel 2023, da anni è una voce di primo piano nel chiedere questo cambiamento, ed è così stata incarcerata 13 volte con l’accusa di “propaganda contro lo Stato”, fino all’ultima condanna spiccata nel 2021. In totale, previsti per lei 31 anni di carcere.
Ieri, la notizia del permesso per ragioni sanitarie di 21 giorni: la difensora dei diritti umani ha di recente subito un intervento chirurgico e sarebbe affetta da cancro. I giudici, dopo ripetute richieste, le hanno permesso di fare ritorno a casa per ricevere cure, una scelta che il marito e il figlio, residenti a Parigi, hanno definito “inadeguata”.
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